Elisabetta sbuffò a lungo prima di decidersi a scendere dalla macchina. Non era stata certo lei a decidere di passare lì e così quella fredda domenica di dicembre.
Il parcheggio non sembrava certamente prevedere un pomeriggio emozionante: al di là della gentilezza e simpatia dei due parcheggiatori e della bellezza del lago poco distante, sembrava essere il pacheggio di una grande fabbrica, freddo come lo stile anni 50 in cui probabilmente era stato creato.
Elisabetta si affidò alla stretta di mano dei genitori e piano piano si avviò lungo la strada che conduceva al paese. Nel salire la stretta via, però, qualcosa fece cambiare la sua prima impressione.
Gli addobbi natalizi, accuratamente disposti lungo il lato destro della strada, ed il lontanto sottofondo musicale infondevano un sapore natalizio e familiare nell’atmosfera. Elisabetta sentiva, piano piano, penetrare nel suo spirito l’atmostera del Natale ed il pensiero di una giornata triste e annoiante stava velocemente scemando.
Arrivata nei pressi delle prime case del paese, scorse delle simpatiche luci inserite in piedistalli in legno fatti a mano, segno evidente che gli espositori del mercatino erano dislocati in quegli avvolti. Curiosamente si avvicinò al primo spazio espositivo: discretamente, buttò dentro lo sguardo e vide una signora bionda indaffarata a terminare il lavoro di una coloratissima borsa. Quando la signora si accorse di essere osservata, smise di lavorare e, con un sorriso familiare ed accogliente, la invitò ad entrare. Non la invitò a guardare i suoi prodotti però, ma a prendere una cartellina di cartoncino sulla quale appose un simpatico timbrino. “Tieni questa cartolina, compilala con cura e fatti fare un timbro da ogni espositore. Una volta completati i timbri poi, inbucala nella piazza e, se sarai fortunta, potrai vincere un premio!” le disse la signora. La cordialità con cui fu accolta e la gentilezza di quel gesto le fecero pensare di essere arrivata in un posto tutt’altro che noioso e la convinsero a seguire il consiglio della signora. Elisabetta, quindi, guardò la madre ed il padre che, senza dire niente, la lasciarono libera di andare a cercare tutti i timbri. Uscita dal primo spazio espositivo, fu guidata dal profumo di cibo che usciva da una seconda porta…anche in quel caso, ad accoglierla, trovò una signora altrettanto simpatica ed ospitale, che appose un altro timbro alla cartolina e la salutò con un grande sorriso. Andò avanti così per gli altri stand nei quali, oltre che a persone accoglienti, trovò disposte tantissime creazioni: cappelli, cornici colorate, foulard e collane, acquerelli, cesti fatti a mano, oggetti in legno e molte altre cose. Tutto era bello e colorato, tutto era condito da felicità e serenità: il sapore genuino dell’ospitalità pervadeva le vie e ad Elisabetta pareva che gli avvolti, più che spazi espositivi, sembravano assomigliare ai soggiorni delle case dei suoi amici.
Arrivata in piazza trovò un grande albero addobbato ed una grande scatola di cartone dove corse ad imbucare sorridente la sua cartolina. Ritrovati i genitori, che nel frattempo avevano comprato alcuni regali, andò a prendersi con loro una cioccolata calda ed una fetta di torta: oltre allo spirito era arrivato il momento di riscaldare ed addolcire anche il corpo.
Fu così che non si rese conto di aver passato quasi quattro ore in quel piccolo paesino, chiamato Santa Massenza, dove quello che credeva essere un banale mercatino, si era rivelato essere un emozionante luogo ricco di creatività e di persone.
Risalita in macchina, felice, i genitori le dissero che la giornata non era ancora terminata.
Arrivati a Calavino, scesero lungo la via che conduceva a quello che doveva essere un Presepe Vivente. Arrivati nella piccola piazzetta videro solo alcune persone attendere fuori da un piccolo avvolto e si misero in coda ad aspettare. Delle piacevoli musiche allietavano l’attesa.
Quando la fila cominciò a muoversi, Elisabbeta capì subito di essere arrivata in un posto magico e meraviglioso: in quell’angolo antico di paese stata rivivendo le emozioni di un posto antico e si divertiva a contestualizzare le narrazioni della natività di Gesù che aveva sentito raccontare più e più volte. Nel movimento silenzioso del mugnaio e del falegname, riviveva appieno i peronsaggi del Natale che le erano stati raccontati dalle maestre a scuola; nelle donne che cuocevano l’orzo, negli animali disposti lungo la via riconobbe appieno ciò che prima le era stato solo raccontato. Quando vide poi Maria, Giuseppe ed il bambin Gesù, realizzò in un colpo solo tutto quanto fosse bello quello che prima si era solamente immaginata..
Venite a scoprire se tutto questo, in Valle dei Laghi, è racconto o realtà…
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